Non ero neppure della stessa natura dell’uomo


























Non ero neppure della stessa natura dell’uomo

“Davvero l’uomo sapeva essere forte e virtuoso, magnifico e nel contempo così crudele e vile? […] Per lungo tempo non riuscii a spiegarmi come un uomo potesse armarsi e uccidere un suo simile, né il perché delle leggi e dei governi; ma davanti ai dettagli sul male e sugli spargimenti di sangue, cessai di meravigliarmi e mi ritrassi pieno di disgusto e di disprezzo […]. Mi si chiarì lo strano sistema della società umana […] Ed io che ero? […] Ero dotato di un corpo terribilmente deforme e orribile; non ero neppure della stessa natura dell’uomo.” (Mary Shelley, Frankenstein, vol II, cap. V)

“Uno spettro si aggira per l’umanità: lo spettro della paura. La morte ci guarda dritto negli occhi. Il pericolo è in agguato in ogni ambito della nostra vita. A volte una persona inquietante o un oggetto minaccioso sono riconoscibili: le fiamme che divorano il soffitto, la bomba all’idrogeno, il terrorista.”
Forse per quella corta distanza e quella prossimità sentita, fatto sta che gli attentati di Parigi e successivamente di Bruxelles hanno certamente destato un’eco profonda e lasciato una traccia ben più marcata nella nostra società. Una nuova architettura, quella della paura (del terrorismo), ha iniziato a modificare in maniera latente i nostri comportamenti. Una vita pubblica più blindata e una paura indistinta dell’altro, del diverso da noi. Fosse solo per credo religioso. E il terrore dell’invisibile e imprevedibile, di qualcosa che si inserisce in modo subdolo per creare una reazione a catena, una reazione che si espande a macchia d’olio. Cresce e si diffonde, proprio come la ruggine. E corrode. La paura ormai ci è entrata dentro e non ce ne accorgiamo nemmeno, nel mentre, minacce indefinite – come una matassa confusa – rischiano di paralizzarci e impedirci di vivere. E la nostra libertà intanto vive, mutilata, di allarmata diffidenza, di limiti, di barriere o pseudo tali, di mura vecchie tanto quanto la nostra storia e cultura.

Le immagini sono state scattate a Roma dopo gli attacchi di Parigi e Bruxelles.
Dedicated soundtrack: Daniele Fiaschi


I was not even of the same nature as men

“Was man, indeed, at once so powerful, so virtuous and magnificent, yet so vicious and base? […] For a long time I could not conceive how one man could go forth to murder his fellow, or even why there were laws and governments; but when I heard details of vice and bloodshed, my wonder ceased, and I turned away with disgust and loathing.
[…] The strange system of human society was explained to me […] And what was I? […] I was, besides, endued with a figure hideously deformed and loathsome; I was not even of the same nature as men.” (Mary Shelley, Frankenstein, vol II, cap. V)

“A spectre is haunting humanity – the spectre of fear. Death stares unblinkingly at us. Danger appears in everyday environs. Sometimes a scary person or a menacing object can be identified: the flames searing patterns on the ceiling, the hydrogen bomb, the terrorist..” Perhaps for that short distance and the proximity felt, the attacks in Paris and later in Brussels certainly roused a deep echo and left a trail even more pronounced in our society. A new architecture of the fear – of the terrorism – latently began to change our behavior. A more armored public life and an unclear fear of the other, of difference from us. If only for religious beliefs. And the terror of the invisible and unpredictable, of something inserting thinly to create a chain reaction, a reaction that spreads like wildfire.
It grows and spreads, just like rust. It corrodes. Fear now came within us and we do not even notice, meanwhile, undefined dangers – like a confused hank – threaten to paralyze and prevent us from living. In the meantime, our freedom is living, injured, of alarmed suspicion, of limits , barriers or similar, of old walls as much as our history and culture.

The images were taken in Rome after Paris and Brussels attacks.
Dedicated soundtrack: Daniele Fiaschi